Commento alla liturgia del 5 Novembre 2021
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18, 1-8
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Ascoltiamo un altro passo della Lettera ai Romani (15, 14-21), in cui Paolo fa la sintesi della sua vita e del suo ministero. Paolo dice con chiarezza che non si vanta di se stesso, ma dell’opera di Dio: «Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito».
L’apostolo ha una chiara coscienza che ciò che è avvenuto e sta avvenendo non è per la propria passione nell’annuncio del Vangelo, ma per la forza dello Spirito, per l’azione di Dio attraverso la sua fragile umanità. È un testo che ci riempie il cuore di gioia, perché ci esorta a vivere la nostra missione quotidiana non contando sulle nostre capacità, ma sulla forza dello Spirito, non mettendo al centro noi stessi, ma Cristo Gesù a gloria di Dio.
Preghiamo dunque per saper riconoscere anche noi la grazia, la presenza e l’opera del Signore che ci dà forza di vivere la nostra missione quotidiana. Non a caso il Salmo 98 ci invita alla lode: «Cantate al Signore un canto nuovo, / perché ha compiuto meraviglie. / (…) Egli si è ricordato del suo amore, / della sua fedeltà alla casa d’Israele». In questa giornata chiediamo anche noi la grazia di cantare al Signore un canto di lode, di ringraziamento e di benedizione per le meraviglie che ha compiuto e compie nella nostra vita.