Commento alla liturgia del 23 Novembre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 21, 5-11

 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sia distrutta».

Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?».

Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

Dinanzi a questi segni grandiosi dal cielo ci viene un po’ di timore: è normale. Ma il Signore ci fa sempre dono di una parola che non ci blocca, ma ci rimette in cammino e ci fa tornare vivere nella speranza.

Gesù oggi ci consegna proprio questa parola: «Non vi terrorizzate». Qualche volta, infatti, l’incertezza del futuro e le nebbie che attraversiamo nella vita ci paralizzano e ci chiudono in noi stessi.

Anche il canto al Vangelo, tratto dal libro dell’Apocalisse (2, 10c) ci esorta a perseverare nella speranza: «Sii fedele fino alla morte, dice il Signore, e ti darò la corona della vita».

Chiediamo quindi di essere fedeli al cammino con il Signore fino alla consegna della nostra vita nelle Sue mani.