Commento alla liturgia del 30 Ottobre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 14, 1. 7-11

 

Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.

Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

Gesù entra nelle case di tutti, anche del capo dei farisei; Egli non esclude nessuno, ma è vicino a tutti, e questo ci riempie il cuore di gioia, perché il Signore entra anche nelle nostre case e si siede a tavola con noi.

Poi racconta la parabola sulla scelta dei posti.

Stamattina ho letto un commento al Vangelo di don Luigi Maria Epicoco che vi ripropongo: «La logica dell’ultimo posto non è (…) una logica di frustrazione o di svalutazione di sé stessi, ma è la logica di chi si sa talmente tanto amato che non ha bisogno di apparire per contare agli occhi di Dio, e che può permettersi di mettersi anche nell’anfratto più nascosto, sapendo che è talmente tanto amato che per quell’amore non rimarrà mai invisibile, mai lasciato in disparte. Come cristiani non dovremmo cercare i primi posti perché a chi sperimenta un vuoto è normale la ricerca di un riconoscimento esteriore che ne riempia quel vuoto. Ma a noi quel vuoto l’ha colmato l’amore di Cristo, e non cerchiamo nient’altro se non il goderci le nozze».

È davvero bella questa osservazione: quel vuoto che sentiamo dentro di noi l’ha colmato l’amore di Cristo. Non abbiamo bisogno di apparire di mettersi al primo posto, di ricevere i ringraziamenti e i riconoscimenti dagli altri; siamo amati da Dio e questo ci basta; a noi, infatti, è chiesto solo d6i godere della mensa del Signore.

Oggi il salmo 94 ci ha fatto pregare così: «Quando dicevo: “Il mio piede vacilla”, la tua fedeltà, Signore, mi ha sostenuto». I doni e la grazia di Dio sono irrevocabili, come ci ricorda l’apostolo Paolo (Rm 12, 29); e allora amati per sempre da Dio – perché la sua chiamata e i suoi doni suoi sono irrevocabili – gustiamo la gioia di accoglierlo nella nostra casa e di sedere adesso a mensa con Lui.