Commento alla liturgia del 9 Ottobre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 11, 27-28

 

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».

Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Il testo del Vangelo odierno è breve ma intenso. Esso ci consegna tre indicazioni: innanzitutto che la parola di Dio è viva, cioè non è qualcosa di statico o stantio, ma è come un germoglio che cresce; poi che la crescita di questa parola, come avviene per un bimbo nel grembo della madre, avviene pian piano, mentre noi vorremmo che portasse frutto subito. A causa della nostra fretta spesso capita di entusiasmarci quando la ascoltiamo, ma poi di perdere l’entusiasmo con altrettanta velocità; invece c’è bisogno di pazienza, di tempo, di tenacia, di attenzione, di costanza di giorno dopo giorno. La terza indicazione, infine, è che la parola va custodita.

Chiediamo a Dio di sperimentare la beatitudine di chi ascolta la parola, la accoglie e la custodisce, lasciando che lentamente essa dia forma alla nostra vita. È questo, infatti, che avviene quando una donna è incinta: i suoi ritmi cambiano; è lei che fa nascere il bambino, ma allo stesso tempo la vita che porta nel grembo le dà un nuovo orizzonte. La risposta di Gesù alla donna tra la folla ci accompagni dunque in questo giorno e ci aiuti a provare la beatitudine di chi sa riconoscere la presenza del Signore, ne ascolta la parola e ne custodisce la presenza.