Commento alla liturgia del 27 Settembre 2021
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9, 46-50
In quel tempo nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi».
Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
La parola di Dio odierna ci invita all’esultanza perché Dio si prende cura di noi. Dio stringe un’alleanza con il suo popolo; il profeta Zaccaria afferma che il Signore ricondurrà gli Israeliti ad abitare Gerusalemme «ed essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio». E poco prima leggiamo «ecco, io salvo il mio popolo» (Zc 8, 8): cioè è Dio che si prende cura di noi, è Lui che ci raduna, è Lui che ci conduce nel cammino quotidiano. Dio non è un giudice che condanna e castiga e non abbandona la sua creatura, ma se ne prende cura.
Il salmo 102 ci ha fatto pregare ricordando l’azione di Dio che dal cielo si è affacciato per guardare la terra, per ascoltare il sospiro del prigioniero, per liberare i condannati a morte. Non siamo condannati a morte, ma chiamati all’alleanza con il Signore; non siamo abbandonati a noi stessi, ma Egli si affaccia dal cielo per condurci a una pienezza di vita. E allora chiediamo di ascoltarlo con docilità, per sperimentare la bellezza della comunione con Lui.