Commento alla liturgia del 14 Giugno 2021

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 5, 38-42

 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:

«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due.

Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».

Nella prima lettura (2Cor 6, 1-10) l’apostolo Paolo ci scuote: «Vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: “Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso”. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!».

La nostra tentazione è spesso di attendere, di rimandare; invece l’apostolo afferma che il tempo di grazia è proprio la situazione in cui ti trovi ora, la storia in cui ti trovi ora, perché la presenza di Dio ci accompagna sempre. Per questo Paolo scrive, in conclusione, che noi Cristiani siamo «come moribondi, e invece viviamo; come puniti, ma non uccisi; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri, ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha nulla, e invece possediamo tutto».

Questa parola ci esorta a non vedere le cose secondo il mondo, cioè secondo la mentalità comune, ma a fissare lo sguardo nell’opera di Dio. Certo, non siamo risparmiati dalle prove della vita, ma in ogni situazione ci è accanto il Signore: per cui anche se sei afflitto rimani lieto, anche se sei punito non vieni ucciso; ti senti povero, ma nella tua povertà sei capace di arricchire molti perché questo dono non viene da te, ma è grazia Sua.

Lo sguardo della fede sa riconoscere il tempo favorevole in cui ci troviamo, per cui anche nei momenti più duri siamo capaci, nel rapporto con il Signore, di far fiorire la speranza. Chiediamo dunque questo sguardo di fede sulla storia, per non lasciar passare invano il tempo favorevole.