Commento alla liturgia del 9 Giugno 2021

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 5, 17-19

 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Nel Vangelo odierno Gesù dice: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento».

Talora siamo tentati di pensare: «Adesso ci sono le beatitudini: perciò i dieci comandamenti e i precetti del passato possono essere cancellati». Il punto però non è di contrapporre vecchio e nuovo, ma di trovare in Gesù il pieno compimento di tutto. Questa è la vita cristiana: non si tratta di rinnegare o mettere qualcosa da parte, ma di guardare a ciò che dà compimento alla vita.

Don Fabio Rossini in una catechesi usa questa immagine: «noi camminiamo sempre col freno tirato. Ma qualche volta accelera, guarda avanti, senti la chiamata del Signore alla pienezza, non essere sempre stanco e impaurito!».

Anche la prima lettura ci ha esortato ad abbandonare la rigidità di una legge scritta su tavole di pietra per vivere la pienezza della vita secondo lo Spirito. E allora la parola di Gesù ci aiuti a riconoscere che soltanto in Lui noi possiamo sperimentare il pieno compimento dei nostri desideri.