Commento alla liturgia del 4 Novembre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 15, 1-10

 

In quel tempo si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Credo che proprio il canto al Vangelo – «venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11, 28) – sia la chiave di lettura della liturgia odierna, perché nella prima lettura Paolo dice che «nessuno vive per se stesso: (…) sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rm 14, 7-8). È infatti accostandoci a Lui, entrando in comunione con Lui, che è vinta la nostra paura, che scompaiono le nostre stanchezze, che non ci sentiamo più oppressi ma amati.

Penso anche al testo del Vangelo, il quale ci mostra che non siamo noi ad andare incontro a Gesù, ma è Lui che corre a cercarci. Egli è come un pastore buono, il quale, quando una pecora si allontana, si mette alla sua ricerca; non la abbandona al suo destino, non dice “ne ho altre novantanove e di questa non mi importa”, perché ognuna è preziosa ai suoi occhi, ognuna è amata.

Nel Vangelo il pastore, dopo aver rinvenuto la pecora, «pieno di gioia se la mette sulle spalle e la riporta all’ovile». Rendiamo grazie a Dio perché tutte le volte che ci allontaniamo Lui viene a cercarci, ci carica sulle sue spalle, ci riporta alla comunione con Sé; e davvero questo ci riempie il cuore di gioia, di lode, di esultanza.