Commento alla liturgia del 22 Ottobre 2021
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12, 54-59
In quel tempo Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo: come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Nella prima lettura, tratta dalla Lettera ai Romani (7, 18-25a), Paolo fa una confessione: «Io so che in me c’è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio». È l’esperienza di ognuno di noi. Se siamo qui è perché anche nel nostro cuore c’è il desiderio del bene; ma da soli non riusciamo mai a vivere in pienezza il bene che desideriamo.
Il testo di Paolo si conclude con questa osservazione: «Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!». L’apostolo ci indica il cammino della vita cristiana che non è fatto per gli ottimisti, per quelli che pensano che tutto è bello, tutto va bene. Ne è un cammino per persone – potremmo dire con un linguaggio attuale – depresse, per le quali tutto va male e non possiamo farci niente. Tra questi due atteggiamenti c’è il cammino quotidiano della fede, cioè l’accoglienza della grazia del Signore; è per questo che, anche se noi pure a volte gridiamo «me sventurato, chi mi libererà?», siamo qui a celebrare l’eucarestia e a lodare chi ci libera, ci accompagna, ci perdona.
Per il medesimo motivo mi sembra tanto bella la preghiera del salmo 119, che recita: «Venga a me la tua misericordia e io avrò vita. (…) Io sono tuo: salvami». Questa invocazione ci accompagni oggi per celebrare la vita nuova che Dio nella sua misericordia ci dona.