Commento alla liturgia del 1° Ottobre 2021
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 13-16
In quel tempo Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
La liturgia odierna ci invita a riconoscere la paternità del Signore, che ci fa dono di parole che ci scuotono. Penso alla confessione del peccato del profeta Baruch – «Ci siamo allontanati dal Signore, non abbiamo ascoltato la sua voce, gli abbiamo disobbedito, abbiamo seguito le perverse inclinazioni del nostro cuore» – ma anche alla dura invettiva di Gesù, nel Vangelo di Luca, contro le città di Corazim e Betsaida, le quali, pur avendo ricevuto tanti segni della bontà di Dio, non si sono convertite. Sentiamo infatti che queste parole toccano anche la nostra esistenza, perché il Signore anche a noi ha usato tanta misericordia ma noi abbiamo continuato a seguire le perverse inclinazioni del nostro cuore.
Dinanzi a tutto questo potrebbe subentrare la tentazione di scoraggiarci o di rattristarci; per questo Dio ci fa dono della preghiera del salmo 79, con cui ci siamo rivolti a Lui dicendo: «Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome! (…) Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati; presto ci venga incontro la tua misericordia, perché siamo così poveri! Aiutaci, o Dio, nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci e perdona i nostri peccati».
Com’è sapiente e buono il Signore con noi, perché da una parte ci fa prendere coscienza della nostra fragilità, dall’altra ci invita ad abbandonarci nelle mani di Gesù, esattamente come fece Santa Teresa di Gesù bambino, di cui oggi celebriamo la festa. Rendiamo dunque grazie al Signore e chiediamogli di aiutarci a vivere con verità, riconoscendo il nostro peccato ma anche affidandoci a Gesù che è fonte di speranza, di vita, di gioia e di risurrezione.