Commento alla liturgia del 25 Settembre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 9, 43b-45

 

In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».

Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato le parole di uno dei profeti minori, Zaccaria, il quale dice che Gerusalemme sarà priva di mura a causa della moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Quindi egli aggiunge, facendo parlare Dio stesso: «Rallegrati ed esulta, figlia di Sion, perché io vengo ad abitare in mezzo a te».

In questo giorno il Signore ci invita a gioire perché viene ad abitare in mezzo a noi: e il nostro modo di pensare ne viene sconvolto, perché malgrado tutto ci portiamo sempre dentro la convinzione che con le nostre preghiere, le nostre buone opere e i nostri sforzi possiamo arrivare fino a Lui. Invece Zaccaria ci insegna che è proprio il contrario: è il Signore che viene ad abitare in mezzo a noi; a noi è chiesto solo di fargli spazio e di accogliere la sua presenza.

Nel Vangelo Gesù dice che il figlio dell’uomo verrà consegnato nelle mani degli uomini. È straordinario vedere come Dio stesso, che in Gesù si consegna a noi, non solo scende ad abitare in mezzo a noi, ma ci fa dono del suo amore; per questo davvero abbiamo motivo di rallegrarci, esultare e rendere grazie. È questa parola che desideriamo far risuonare nel nostro cuore oggi e sempre.