Commento alla liturgia del 17 Settembre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 8, 1-3

 

In quel tempo Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

La prima lettura, tratta dalla prima lettera di Paolo a Timoteo (6, 2c-12), ci dà oggi indicazioni di vita davvero sapienti. Innanzitutto ci invita a non perderci in questioni oziose e discussioni inutili, perché anche se è bello confrontarsi e raccontarci la vita certe volte rischiamo di insistere su cose che ci dividono, invece di metterci in comunione.

La sapienza di Paolo illumina anche il tempo che stiamo vivendo: «La religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci. Non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci». Accontentiamoci: questa parola ricorre per ben due volte, perché Paolo conosce il cuore dell’uomo e sa che siamo sempre inquieti, che ci lamentiamo per quello che ci manca invece di rendere grazie per ciò che abbiamo.

C’è una inquietudine che non ci fa gustare la vita e ciò che abbiamo. Mi torna in mente una battuta di Papa Francesco – «non ho mai visto un camion di traslochi dietro il carro funebre» che è esattamente l’attualizzazione di questo passo di Paolo, quando osserva che morendo non porteremo via nulla, o forse ci porteremo via solo il bene che abbiamo fatto, l’amore che abbiamo donato.