Commento alla liturgia dell’11 Settembre 2021

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 6, 43-49

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero, infatti, si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.

L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?

Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.

Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».

Nel testo del Vangelo Gesù ci propone un itinerario di vita cristiana che passa attraverso tre attenzioni: 1) «Chiunque viene a me», cioè accostarsi a Lui, vivere l’esperienza dello stare con Lui; 2) ascoltare la parola; 3) metterla in pratica.

È interessante che tutto abbia inizio da “chiunque viene a me”: prima dell’ascolto, infatti, viene l’essere in relazione con Lui; solo così possiamo fidarci della sua parola e sentire la bellezza del metterla in pratica, affinché la nostra vita sia fondata sulla roccia del suo amore.

Ma dall’insieme delle letture odierne ci viene un’altra indicazione davvero bella. Gesù nel Vangelo ci dice «chi viene a me», ma Paolo ci ricorda che Egli è venuto per salvare i peccatori, «e di questi il primo sono io».

Se dunque il Vangelo ci propone l’invito di Gesù ad accostarsi a lui, l’insieme della liturgia odierna ci ricorda che è il Signore ad accostarsi a noi; è lui che rialza il povero dalla polvere. E poi il canto al Vangelo, tratto dal Vangelo di Giovanni: «Se uno mi ama osserverà la mia parola; il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui».

Rendiamo dunque grazie perché il Signore non solo ci chiede di accostarci a lui, ma ci rialza dalle nostre miserie e perdona i nostri peccati. E allora la nostra vita sia colma di gioia e di gratitudine per la bontà di Dio, roccia della nostra vita.