Commento alla liturgia del 14 Luglio 2021

Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 11, 25-27

 

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

La preghiera del salmo ci ha fatto rivolgere al signore questa invocazione: «ricordiamo, Signore, le tue meraviglie». Celebrare l’eucarestia significa rendere grazie a Dio per le sue meraviglie, cioè per la sua opera di salvezza. Nella prima lettura (Gen 44, 18-21. 23b-29; 45, 1-5) abbiamo ascoltato la storia di Giuseppe, venduto per invidia dai suoi fratelli, ma il Signore prepara una via di bene anche per quei loro: «è Dio», dice Giuseppe, «che mi ha mandato qui perché voi abbiate il necessario per vivere». Ecco le meraviglie di Dio: il peccato, il male, può trasformarsi in una grazia per l’azione di Dio; non è il male a mutare in bene, ma è Dio ad essere capace di trarre il bene anche da ciò che non è buono.

Il testo del Vangelo ci chiama ad entrare nell’atteggiamento della gratuità. Gesù dice ai suoi discepoli e a noi: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Questa non è sempre la logica con cui agiamo; spesso dentro di noi c’è il tarlo dell’interesse, della pretesa nei confronti degli altri, del lamento per quello che ci manca, anziché della gioia per i doni di Dio. Per questo il canto al Vangelo ci invita alla conversione: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1, 15). La conversione cui oggi siamo invitati è la gratuità, il ringraziamento al Signore per i suoi doni, il riconoscimento della sua bontà, il dono libero e gioioso della nostra vita.