Commento alla liturgia del 24 Maggio 2021
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19, 25-34
In quel tempo stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Cleopa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e venissero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Giunti però da Gesù, e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco; e subito ne uscirono sangue e acqua.
Nel 1964, al termine del Concilio Ecumenico Vaticano II, Paolo VI dichiarò Maria madre della Chiesa. Fu un atto di affidamento, un atto di custodia, un’invocazione, una preghiera perché in un tempo così difficile Maria potesse vegliare e vigilare sulla Chiesa. Tutti noi facciamo parte di questa grande famiglia, e Papa Francesco del 2018 ha voluto che questa festa venisse celebrata in tutta la Chiesa, perché subito dopo la Pentecoste, quando anche Maria si trovava nel cenacolo con i discepoli di Gesù, la comunità nascente sperimentò proprio questa custodia della Santa Vergine.
La prima lettura libro, tratta dal libro della Genesi, ci parla della premura di Dio, che non abbandona Adamo nel peccato, ma si mette alla ricerca di lui: «Dove sei?». È il creatore che va a cercare la sua creatura, e capiamo che questo è l’atteggiamento di una madre che non si rassegna, che non dice «ognuno vada per la sua strada», ma vuole avere i propri figli vicino a sé. Noi conosciamo tante madri che si sacrificano in modo straordinario pur di vedere i figli, magari solo la domenica attorno alla tavola. È bello, infatti, ritrovarsi insieme: e quando pensiamo che questo avviene anche con Maria nei confronti della Chiesa ci sentiamo custoditi e accompagnati.
Il Vangelo odierno narra della consegna di Giovanni, cioè della Chiesa, a Maria: «Donna, ecco tuo figlio! Figlio, ecco tua madre!». Ciò che custodiamo in questo giorno è una gratitudine infinita, perché non siamo lasciati a noi stessi, ma il Signore si prende cura di noi. Maria, nostra madre e madre della Chiesa, si prende cura di noi; a Lei siamo affidati, da Lei siamo custoditi. Per questo il nostro cuore è colmo di gioia e di speranza.