Commento alla liturgia del 13 Maggio 2021

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 16, 16-20

 

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».

Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».

Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

Oggi nella prima lettura (At 18, 1-8) abbiamo ascoltato come Dio guida il cammino della Chiesa nascente. Aquila e Priscilla, dei Giudei residenti a Roma, vengono cacciati alla capitale dell’impero e Paolo può incontrare questa famiglia a Corinto, e anzi si stabilisce a casa loro, si fermò a casa loro. Erano dello stesso mestiere, fabbricanti di tende.

Questo passo ci consegna due messaggi importanti anche per noi oggi: innanzitutto, l’esperienza della comunione. Credo che nella Chiesa, nella società e nelle nostre famiglie abbiamo tanto bisogno di riscoprire questa dimensione, perché la tentazione, anche nelle nostre comunità cristiane, può essere di andare ognuno per la sua strada: da una parte c’è il prete, dall’altra il popolo di Dio. No: il “popolo di Dio” si chiama così proprio perché siamo tutti figli di Dio, siamo tutti amati da Lui. È dunque bellissima l’immagine di Paolo che si ferma per un certo tempo in una famiglia e insieme lavorano, parlano del Vangelo e condividono la vita nella quotidianità. Chiediamo dunque di essere aiutati a riscoprire sempre più la dimensione familiare del regno di Dio.

C’è poi un secondo messaggio da trattenere. Fabbricare tende significa cucire insieme. C’è un’azione del maligno che sempre divide e contrappone e c’è un’azione di Dio che consiste nel comporre in unità, nel cucire gli strappi della vita quotidiana. Il Signore, dunque, oggi ci affida la missione di essere tessitori di comunione, affinché dove siamo noi si compia la parola del Vangelo «la vostra tristezza si cambierà in gioia».