Commento alla liturgia del 13 Marzo 2021
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 18, 9-14
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Nella prima lettura, tratta dal libro del profeta Osea, il Signore ci dice una parola che ci accompagna in questo tempo di Quaresima e ci aiuta a prepararci alla Pasqua: «Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà. Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà» (Os 6, 1). Questa parola ci apre il cuore, innanzitutto perché ci invita a ritornare a Signore. Infatti siamo perennemente tentati di allontanarci da Lui; penso in particolare a questo tempo in cui corriamo il rischio di fare dei vaccini il Dio della nostra vita. Naturalmente, dobbiamo essere contenti del fatto che queste medicine saranno di beneficio per tutti, ma corriamo il rischio di dimenticare che il Signore della vita non sono i medici né i politici.
Osea poi aggiunge: «Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare» (Os 6, 2). Il profeta afferma con chiarezza che siamo in cammino verso la Pasqua, non verso la morte; non ci accompagna la paura della morte, ma la certezza che Dio prepara per noi la vita vera. Questo sguardo verso la Risurrezione ci dà la forza di camminare fiduciosi dentro la storia che stiamo attraversando.
Il testo si conclude così: «E noi vivremo alla sua presenza» (Os 6, 1). Custodiamo questa parola, ma soprattutto viviamo alla presenza del Signore in ogni momento della nostra vita. Perciò diciamo: «O Signore, dopo aver ascoltato la tua parola ti chiediamo di sperimentare ogni giorno, in ogni situazione, la tua compagnia».